Con riferimento all’Ospedale di Scilla, la scrivente O. S., tramite l’ausilio dei propri consulenti, ha avuto modo di appurare che i dati della relazione tecnica eseguita da “A.E.I. Progetti” per conto dell’ASP di Reggio Calabria, risultano approssimativi ed addirittura errati in alcune sezioni, inoltre le parti relative agli elementi tecnici di maggiore rilevanza, sono carenti sia nella parte informativa che in quella descrittiva.
Un esempio concreto, è rappresentato dalla sezione relativa ai materiali che costituiscono le strutture portanti contraddistinte da una carenza di informazioni tecniche indispensabili per la valutazione concernente il grado di sicurezza delle stesse come previsto dal Documento di Indirizzo alla Progettazione, altresì non fornisce soluzioni alternative ad un intervento di adeguamento giudicato antieconomico, difatti la relazione non convince se guardiamo alla “valutazione economica” non supportata da elaborati di raffronto tra più soluzioni tecnico-progettuali pur richieste dalla committenza.
In definitiva, il documento esaminato appare essere oggettivamente un ibrido rimasto a metà strada tra l’analisi delle indagini strutturali e la valutazione economica degli interventi attuabili, senza fornire i dati minimi richiesti per l’uno o per l’altro fine che esso si prefiggeva.
L’ASP ha presentato un progetto per il nuovo Ospedale di Scilla che dovrebbe sorgere dalle ceneri del vecchio. Ciò comporterebbe l’abbattimento e conseguente ricostruzione dello stesso, prospettando l’eventuale riapertura nel 2026.
Tralasciando l’enorme spesa che dovrebbe affrontare l’ASP di Reggio Calabria, c’è da considerare, il fatto che in Italia , ed ancor più, in Calabria, spesso viene “sbandierata” la data di avvio dei lavori, ma si disconosce la reale ultimazione degli stessi con la conseguente reale consegna dell’opera,
(…. Tanto per citare alcuni esempi : ospedale di Vibo Valentia 20 anni e ancora non è ultimato, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, 45 anni e ancora in itinere).
Riteniamo invece utile suggerire interventi mirati e di consolidamento, per valorizzare una struttura che ha un grande valore storico culturale, nonché affettivo ed emotivo per tutti i cittadini scillesi emigrati in America, che con la loro indimenticabile ed eterna opera di generosità ne hanno consentito la realizzazione e l’inaugurazione nel 1956.
Un complesso ospedaliero munito di lapide con la seguente dicitura:
“Per munifica donazione degli Scillesi D’America, edificato.”
Ad oggi l’Ospedale di Scilla non sta funzionando e la cittadinanza è costretta a sottoporsi a visite mediche altrove o, addirittura rivolgersi ai privati (mancano medici, infermieri, OSS e personale tecnico-amministrativo). Tutto ciò non è tollerabile, pertanto denunciamo alle autorità competenti e di riferimento la grave situazione in cui versa la comunità scillese che chiede di essere ascoltata; sarebbe utile infatti considerare anche le proposte di parti sociali e di associazioni del territorio che dialogano quotidianamente con i cittadini.
La riqualificazione e la valorizzazione dell’esistente determinerebbe a nostro giudizio un risparmio in termini economici, ciò detto, andrebbe avviata da subito l’apertura del necessario pronto soccorso così come il riavvio di alcuni reparti indispensabili per la messa in sicurezza di un territorio rimasto senza assistenza sanitaria.
Tale operazione permetterebbe ai cittadini Scillesi di ridurre il rischio di decesso per mancata ed immediata disponibilità della cura e la conseguente ripresa degli screening relativi alla prevenzione. Non va dimenticato l’impiego di personale qualificato che rappresenterebbe un’enorme e positiva ricaduta economica per l’intero tessuto sociale scillese.
Per quanto sopra esposto, si diffida il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il Commissario dell’ASP di Reggio Calabria, dott.ssa Di Furia, ad intervenire immediatamente per consentire l’apertura dei settori già citati ed eventualmente di altri da individuare in relazione ai bisogni più impellenti.
Il nostro auspicio è il ritorno di quel servizio pubblico penalizzato, bistrattato e dimenticato da quella parte della politica regionale e territoriale che oggi potrebbe dare un contributo decisivo.
Restiamo in attesa di un confronto costruttivo che siamo pronti a sostenere.
Il coordinatore regionale
di Sicilia e Calabria
Roberto Laudini